La pièce del recupero internazionale, già anticipata nel Rapporto di settembre, ha rispettato le attese. Il canovaccio prevede gli Stati Uniti nel ruolo del volitivo protagonista, il Giappone in quello del modesto gregario, l’Europa nella parte della dama che resta in finestra a guardare, sperando di non essere troppo danneggiata dall’apprezzamento della valuta, improvvisamente fattasi piombo nelle sue tasche. La trama si dipana a partire dalle ultime rilevazioni di contabilità nazionale. L’economia americana, in progressione da inizio anno, ha segnato nel terzo trimestre una crescita congiunturale superiore all’8 per cento, un dato eccezionale anche nel paragone con i favolosi anni Novanta.