La congiuntura internazionale viaggia nei tempi e modi previsti, in linea con uno scenario di espansione mondiale sostenuta ma più equilibrata tra le macroaree economiche. Gli Stati Uniti confermano una crescita meno intensa rispetto agli ultimi anni ma comunque superiore al 2 per cento, supportata adesso da un contributo significativo delle esportazioni nette (fatto non trascurabile, considerato che il deficit estero statunitense è ancora vicino al 6 per cento); l’area dell’euro, trainata dalla rinnovata grinta tedesca, consolida la ripresa e irrobustisce la domanda interna, nota dolente fino a pochi trimestri fa; nell’area asiatica, oltre all’inesauribile locomotiva cinese (+10 anche nell’ultimo trimestre 2006), si conferma il buono stato dell’economia giapponese. Ad una prima occhiata, dunque, il quadro complessivo è il migliore che ci si potesse augurare, con una flessione del ciclo mondiale moderata e graduale rispetto al picco toccato nel 2006, che lascia tempo per avviare un processo di riassorbimento, anche se lento e magari parziale, dei grandi squilibri economici-finanziari internazionali. Richiamata la questione delle partite correnti americane, rileviamo che anche il raffreddamento del mercato immobiliare americano è proseguito deciso ma senza troppi danni.