
Alle porte dell’autunno, lo scenario internazionale rimane favorevole ma un po’ meno brillante e promettente di quanto non fosse all’inizio dell’anno. Meno brillante perché tutte le principali economie hanno ridotto la velocità rispetto a quella tenuta nel primo trimestre (anche la produzione industriale ha smesso di accelerare); letta nel conto risorse e impieghi, la correzione è passata per un indebolimento diffuso dei consumi privati (Stati Uniti inclusi), per l’ennesima contrazione degli investimenti europei e per una (sana) riduzione della spesa pubblica giapponese. Al tempo stesso, il quadro internazionale si presenta meno promettente perché il prezzo del petrolio, che già era alto, è andato alle stelle.