Nel corso degli ultimi mesi la congiuntura internazionale si è rafforzata. Il primo e più importante segnale positivo è relativo alla salute delle imprese americane. Nella contabilità del periodo aprile-giugno, l’aggregato degli investimenti, e soprattutto la sua componente non residenziale (quella produttiva), ha messo a segno la migliore performance da tre anni a questa parte. Una dinamica che dovrebbe trovare conferma anche nei prossimi mesi, almeno stando alla misura di confidence costruita sui responsabili per gli acquisti, in forte accelerazione in estate, e ai buoni risultati delle imprese, spesso migliori delle attese. I consumi, riflettendo l’allentamento di tensione della fase pre-Iraq, hanno pressoché raddoppiato il ritmo d’espansione tra primo e secondo trimestre, pur non essendo per ora sostenuti da un sensibile rasserenamento del clima di fiducia. Su queste basi ci si è posti una duplice domanda: i) se da questi segnali ci si possa attendere una rapida e duratura ripresa statunitense; ii) eventualmente, se essa sia in condizioni di rimettere in moto il ciclo mondiale, fungendo da volano per le altre principali economie.