Rapporto Congiunturale 2/2009

Mentre la crisi giunge all’acme, in attesa che i pacchetti fiscali già varati mostrino appieno la loro efficacia nel tamponare la recessione, si comincia a guardare avanti, all’approccio “di architettura istituzionale e regolamentare” del nuovo corso economico-finanziario: il passaggio è certamente convulso, reso tale dalla necessità di non confondere il piano di lettura congiunturale e quello strutturale. Definiamo meglio il quadro.
A guardarle senza un filo di ottimismo, le dinamiche della congiuntura reale sono univoche e negative. All’inizio dell’anno, la contabilità nazionale di tutte le grandi economie avanzate ha registrato contrazioni comprese tra i cinque e i quindici punti percentuali, con un pesante calo degli investimenti (residenziali e non) cui si è talora accompagnato quello drammatico delle esportazioni nette (si veda il caso tedesco e giapponese); i dati sulla produzione industriale sono altrettanto chiari, con quella europea arrivata a -20 per cento su base tendenziale.