L’andamento dei mercati valutari, energetici e finanziari ha continuato ad animare il quadro della congiuntura internazionale. Il dollaro, interrompendo la sua lunga fase di deprezzamento, ha recuperato, tra marzo e giugno, il 10 per cento nei confronti dell’euro, ovvero quanto basta per tornare a quota 1,20, il valore di lancio della moneta unica; il prezzo del petrolio, dopo una flessione, ha nuovamente accelerato ed è adesso a quota 60 dollari/barile, record assoluto anche in quest’epoca di forti turbolenze; le curve dei rendimenti internazionali si sono progressivamente appiattite, appesantite da tassi a lunga depressi al di là di ogni aspettativa.