Rapporto Congiunturale 2/2004

L’annunciata svolta della politica monetaria internazionale alla fine sembra essere arrivata. Rispettando le attese dei mercati, alla fine di giugno la Federal Reserve, con un rialzo di un quarto di punto dopo un anno di immobilità, ha portato il tasso ufficiale all’1,25 per cento; nel frattempo la Bank of England, che già aveva invertito la marcia lo scorso dicembre, è intervenuta altre due volte nel giro di un bimestre, facendo salire il tasso di riferimento al 4,25 per cento. L’opinione oggi prevalente sui mercati è che l’azione delle banche centrali sarà piuttosto rapida, continuerà nei prossimi mesi e si estenderà anche alla Bce, che finora ha tenuto invece un atteggiamento neutrale (peraltro non escludendo nuovi tagli). A leggere i contratti a termine, da qui a dicembre il tasso a breve americano prenderebbe altri 90 punti base e quello europeo, certo più lento, comunque 40; entro la fine dell’anno prossimo, poi, entrambi dovrebbero collocarsi intorno al 3,5-4,0 per cento. Se dunque la partita su tempi ed entità dei rialzi si è ufficialmente aperta, i suoi esiti sono a nostro avviso tuttora incerti.