Quest’inizio di 2010 rende bene l’idea di quanto sarà dif-ficile trovare l’uscita nel labirinto della crisi. Dati e fatti della cronaca economica, finanziaria e politica cominciano a definire e dare sostanza alle diverse questioni di fondo – tra loro intrecciate – da affrontare a breve: talora accade che la congiuntura rispecchi con grande fedeltà le tematiche strutturali. In questa sede ci limitiamo a segnalare alcune delle “metonimie economiche” emerse negli ultimi mesi.
Intanto rileviamo che l’ordine di uscita dalla recessione letto nella contabilità nazionale è esattamente quello di ingresso. Le ultime rilevazioni, confortate poi dalle recenti anticipazioni sul prossimo World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, riferiscono della ripartenza delle economie emergenti asiatiche (a cominciare dalla Cina tornata su ritmi di espansione a due cifre), del secco rimbalzo statunitense (+3 per cento l’ultimo dato) e della debolezza dell’area euro (relegata tra lo 0,5 e l’1,5 per cento di crescita a seconda del paese considerato). Se è ovvio che, almeno in parte, pesa il diverso intervento delle politiche fiscali, è altrettanto evidente che si ripropone lo schema delle tre diverse velocità.