Rapporto Congiunturale 1/2009

Per avere contezza di quanto la crisi internazionale sia “reale” basta guardarla con gli occhi delle imprese e delle famiglie. Nelle maggiori economie mondiali, la produzione industriale è letteralmente crollata: su base tendenziale in Giappone si sta contraendo a ritmi superiori al 30 per cento, mentre Europa e Stati Uniti si “limitano” a cali compresi tra il 10 e il 20 per cento. É l’ennesimo record negativo infranto da questa crisi, record che era stato stabilito in occasione del primo shock petrolifero. Parallelamente alla crescente difficoltà delle imprese ha cominciato ad aprirsi una voragine sul fronte occupazionale. Se nel caso americano le perdite di posti di lavoro procedono oramai a ritmi vertiginosi (vicini alle 600 mila unità mensili), nell’area dell’euro si è registrata una progressiva accelerazione, con il tasso di disoccupazione che è risalito di quasi un punto percentuale. Inevitabilmente, il clima di fiducia tanto delle imprese quanto delle famiglie è assolutamente depresso.