Nel 1990 con la legge n.408 (poi modificata dalla legge 413 del 1991), si è previsto anche in Italia un censimento delle cosiddette agevolazioni tributarie, in vista di un loro riordino. Questa decisione arriva con notevole ritardo rispetto alle esperienze di molti paesi industriali, alcuni dei quali (come Stati Uniti e Germania) sin dagli anni Settanta avevano già istituzionalizzato, in sede di formazione del bilancio statale, la costruzione di un conto delle tax expenditures o dei trattamenti tributari differenziati (TTD). È vero che, anche in Italia, in sede di avvio della riforma tributaria del 1971, si era manifestata l’opportunità e l’intenzione di una revisione completa del sistema del le agevolazioni, fino alla prevista formulazione di un vero e proprio Testo unico delle agevolazioni. Ma poi, in realtà, non se ne era fatto niente sino allo scorso anno, quando, in tempi ristretti e sulla base di indicazioni generiche, la legge 408/90 ha affidato al governo il compito di effettuare un censimento delle agevolazioni tributarie, di misurarne la portata quantitativa, di valutarne la rispondenza a specifici obiettivi, e di proporne l’abolizione o il mantenimento o la modifica eventualmente trasformandole in sussidi espliciti sotto forma di credito o di buoni di imposta.