Questo Rapporto è dedicato ad una misura e ad•un’analisi dell’evoluzione del costo reale del lavoro: si considera il periodo 1972-86, in un confronto fra l’Italia e alcune principali economie industrializzate. Il Rapporto non intende dimostrare una tesi particolare o verificare una specifica ipotesi. Si è voluto piuttosto ordinare alcuni elementi di conoscenza, per individuare quando e come un problema di costo del lavoro si sia manifestato; se e come esso abbia trovato una soluzione. Nel caso dell’Italia si tenta anche una proiezione per il periodo 1987-89. Il Rapporto non ha ambizioni teoriche. Non viene in esso elaborato, o ripreso, un modello da sottoporre a puntuale verifica. Anche per motivare questa scelta, è parso tuttavia opportuno dedicare un primo capitolo ad una elementare esposizione di alcune impostazioni della teoria circa la misura e gli effetti di un “eccesso” di costo del lavoro. Risultano da questa esposizione i limiti sia dei modelli, per la specificità delle ipotesi sottostanti; sia, d’altra parte, dei “fatti senza teoria”, dai quali è arbitrario trarre precise relazioni causali. In questo Rapporto si è compiuta un’analisi, il più possibile accurata, dei “fatti”, quali risultano dai dati disponibili. Pur nella consapevolezza dei limiti richiamati, è parso che essi consentano qualche osservazione coerente con alcuni elementi comuni della teoria e non privi d’interesse. L’analisi del secondo capitolo è dedicata alle misure di costo reale del lavoro, nell’intera economia e, ove possibile, nel settore manifatturiero, in Italia e in altre sette economie industrializzate.