Rapporto CER 4/2000

La manovra finanziaria approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso 29 settembre fissa dimensioni e destinazioni del cosiddetto bonus fiscale. Su questo argomento si è sviluppato un di battito spesso tanto concitato, da non giovare all’analisi di politica economica, che necessita di una chiara individuazione degli obiettivi e di una conseguente selezione degli strumenti da utilizzare. Con questo rapporto, il Cer si propone di riordina re i temi del dibattito, offrendo al contempo qualche valutazione sull’impatto e la sostenibilità della manovra, Il rapporto è articolato in tre parti. Nella prima si ricostruisce il contesto istituzionale e normativo all’interno del quale si collocano le misure di riduzione della pressione fiscale. La seconda parte analizza gli impatti macroeconomici dei provvedimenti. La terza parte si concentra sugli aspetti redistributivi.
L’annuncio della restituzione del bonus fiscale sancisce la chiusura del periodo di emergenza che ha segnato tutti gli anni Novanta. Si tratta di una novità di non poco conto. Dopo aver sperimentato una restrizione fiscale che non ha eguali per durata e dimensioni nell’esperienza delle altre grandi economie europee, torna a profilarsi nel nostro paese la possibilità di utilizzare le risorse di bilancio per difendere il potere d’acquisto delle famiglie e rafforzare la competitività delle imprese, pur nel rispetto dei vincoli quantitativi posti dal Patto di Stabilità. È chiaro che l’allargamento degli obiettivi di bilancio assume rilievo alla luce dei mediocri andamenti dello scorso decennio, quando l’Italia, all’interno di un più generale arretra mento dell’Europa rispetto agli Stati Uniti, ha conseguito un tasso di crescita di poco superiore al punto in media annua. Nascono da qui le domande cui si cerca di dare risposta nel rapporto: la riduzione della pressione fiscale modifica sostanzialmente il profilo di crescita tendenziale dell’economia italiana? È compatibile con gli obiettivi di stabilità dei prezzi e di ulteriore riduzione dell’indebitamento delle pubbliche amministrazioni? È coerente con le finalità redistributive a cui deve comunque mirare la politica di bilancio?