Alla fine dello scorso novembre, in prossimità della conclusione del semestre di presidenza Ue, il ministro degli esteri polacco, Radoslaw Sikorski, pronunciava a Berlino un discorso di grande impatto sull’opinione pubblica europea. Commentando le tensioni serpeggianti nell’Eurozona e constatando l’assenza di una proposta risolutiva da parte del paese leader la Germania, il ministro Sirkoski affermava «…Sapete quale considero oggi la peggiore minaccia alla sicurezza e alla prosperità della Polonia?…La più grande minaccia sarebbe il collasso dell’euro. Per la sua e la nostra salvezza chiedo alla Germania di aiutarci a sopravvivere e prosperare. Nessun altro può farlo. Quindi io sarò probabilmente il primo ministro degli esteri polacco della storia a dirlo, ma lo dico: temo la potenza tedesca meno di quanto cominci a temere la sua inerzia». Considerazioni che si adattano immediatamente alla gran parte dei paesi europei, per i quali l’inflessibile domanda di rigore che viene oggi dalla Germania è, in effetti, poco comprensibile.