Rapporto CER 3/2008

Due spettri si aggirano per il mondo. Dati per morti, o perlomeno scomparsi, ritornano prepotentemente alla ribalta il rischio di liquidità più che di credito, e l’inflazione, in un mondo che, almeno nella sua parte atlantica, si è mostrato molto vulnerabile a entrambi e quasi privo di difese.
Forse sottovalutata all’inizio e sicuramente incompresa soprattutto nelle sue interconnessioni, a partire dall’estate dell’anno scorso è scoppiata la grande tempesta sui mercati finanziari che, mai come questa volta, si sono mostrati non solo incapaci di fermare e controllare la crisi, ma sono stati essi stessi il principale canale di trasmissione dell’epidemia. Non a caso sin da subito, i cuori e le menti degli operatori e degli esperti si sono rivolti verso le banche centrali e i governi, riconoscendo implicitamente il fallimento del mercato nell’autoregolarsi. Nuovamente il ruolo di garanzia delle istituzioni pubbliche ha impedito che il mercato si autodistruggesse rimanendo vittima di un virus che si credeva debellato da tempo come la crisi di liquidità.