Rapporto CER 3/2005

Sembra che la fase recessiva che ha colpito l’economia italiana sia terminata. Nel settore manifatturiero, dove più profonda è stata la crisi, la produzione è aumentata da febbraio ad oggi del 2,2 per cento e le aspettative delle imprese sono in rialzo. Il miglioramento del tono congiunturale riflette i favorevoli andamenti internazionali. La domanda mondiale è ancora robusta e, quel che più conta, si sta rafforzando il ciclo europeo. Al contempo, l’euro sembra avere esaurito la corsa all’apprezzamento, tanto che la nostra economia ha recuperato in corso d’anno circa un terzo della perdita di competitività cumulata nel 2003-2004. Infine, il prezzo del petrolio si è stabilizzato al di sotto dei massimi toccati nella prima parte dell’anno. Segnali di recupero ancora in via di consolidamento vengono invece dalle famiglie.
Nelle ultime settimane il dollaro ha ripreso vigore soprattutto nei confronti dell’euro, invertendo una tendenza che durava da qualche mese. Un elemento di incertezza, che coinvolge anche il quadro internazionale in cui si inserisce la nostra previsione, riguarda proprio l’evoluzione del cambio della valuta americana. Ci si chiede se questo rafforzamento debba essere considerato l’inizio di una nuova fase di apprezzamento o, invece, se esso sia destinato a esaurirsi nel giro delle prossime settimane. A favore di una ripresa sostenuta del dollaro gioca una serie di fattori, in particolare la convinzione che le prospettive di crescita (e di profitto) dell’economia americana continuino ad essere più favorevoli di quelle dell’area dell’euro e che, malgrado l’intenzione della Bce di alzare i tassi di interesse, il differenziale di questi rimarrà a favore del dollaro. A sostegno di questa ipotesi vi è anche l’evidenza che i flussi di capitali privati in entrata negli Stati Uniti da alcuni mesi crescono a valori più sostenuti dei capitali pubblici. Queste considerazioni motivano l’adozione, nella nostra previsione, di uno scenario in cui gli squilibri dei pagamenti internazionali continuano ad essere finanziati dai mercati.