Il Rapporto aggiorna la previsione dell’economia italiana per gli anni 2002- 2005 e fa il punto sulle condizioni della finanza pubblica. A questo secondo argomento sono dedicati alcuni approfondimenti, che analizzano la coerenza della politica di bilancio rispetto ai vincoli del Patto di Stabilità, la portata della delega pensionistica, la realizzabilità della riforma fiscale. Il quadro che emerge non è rassicurante. Il rischio è che si verifichi uno scostamento dai livelli di indebitamento ritenuti ammissibili dalla Commissione europea. Dopo un decennio di consolidamento fiscale, la politica di bilancio italiana potrebbe divenire oggetto di esame critico da parte dell’autorità europea.
Le nostre previsioni di crescita, illustrate nei primi due capitoli del Rapporto, restano prudenti. La situazione dell’economia internazionale sembra essersi rasserenata dal punto di vista reale, ma la prolungata flessione delle borse e un’incipiente svalutazione del dollaro impediscono di dissipare le incertezze sull’intensità del recupero in atto. Stimiamo per quest’anno un’espansione del commercio internazionale inferiore al 4 per cento e incrementi più significativi, superiori al 7 per cento, nel periodo 2003-2005. Le condizioni dell’inflazione dovrebbero mantenersi favorevoli, grazie alla stabilizzazione dei prezzi del petrolio e al contemporaneo deprezzamento del dollaro. Sono questi, tuttavia, elementi non sufficienti a indurre la Bce a una manovra distensiva sul fronte dei tassi. Ostano a tale decisione le forti incertezze sull’andamento dei conti pubblici dei maggiori paesi europei.