Rapporto Cer 3/1997

Il Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 1998-2000, deliberato dal Consiglio dei ministri il 30 maggio scorso, ha fissato i seguenti obiettivi di deficit pubblico: 2,8 per cento del PiI per il 1998, 2,4 per cento per 111999 ed 1,8 per cento per il 2000. Per conseguire tali obiettivi – che rispondono anche all’esigenza posta dal «Patto di stabilità e di crescita» di orientare la politica fiscale verso il pareggio o l’avanzo di bilancio ed assicurarsi, in tal modo, che anche in caso di rallentamento ciclico non si incorra in disavanzo eccessivo – il governo ha dichiarato che per il 1998 predisporrà una manovra «strutturale» di 25 mila miliardi; segui ranno interventi, anch’essi in grado di ripetere i propri effetti nel tempo, per 14.500 miliardi nel 1999 e per 6.800 miliardi neI 2000.
Questo rapporto esamina le prospettive del quadro macroeconomico e della finanza pubblica alla luce dei nuovi e più ambiziosi orientamenti programmatici della politica economica interna e dello scenario internazionale determinatosi dopo le conclusioni del vertice di Amsterdam. Se ne ricavano indicazioni confortanti: pur in un quadro di crescita modesta, il nostro paese ha ottime possibilità di portare a conclusione la difficile opera di risanamento finanziario in un quadro di bassa inflazione e di completo riassorbiménto del debito estero. Resta però grave, e necessita quindi di forte attenzione da parte delle autorità nazionali ed europee, il problema della disoccupazione.