Rapporto Cer 2/2005

Nel corso del 2004 e nei primi mesi del 2005 la Federal Reserve ha progressivamente alzato il tasso sui federal funds. Nonostante un’economia in ripresa, i tassi di intervento americani continuano a rimanere negativi, se espressi in termini reali. La persistenza negli Stati Uniti di una politica monetaria accomodante è stato da più parti giustificata sulla base delle condizioni di fragilità finanziaria del settore privato, in particolare delle famiglie. Tuttavia, è lecito chiedersi se il comportamento della Federal Reserve possa essere spiegato in modo adeguato solo alla luce di questo aspetto.
Nel primo capitolo del Rapporto si conduce un’analisi dell’impostazione della politica monetaria americana tra la fine degli anni Settanta e il periodo corrente. Durante la presidenza della Fed di Volcker, il tasso d’interesse reale fu mantenuto stabilmente su un livello prossimo al tasso di crescita dell’economia. A tale condotta sembra si sia attenuto anche Greenspan nei primi anni della sua presidenza. A partire dal 1992 si osserva, tuttavia, una profonda rottura nella politica americana: in questa seconda fase della gestione Greenspan, il tasso di interesse reale si è collocato costantemente al di sotto del tasso di crescita dell’economia. Quali ragioni stanno alla base di questa rottura?