Anche nel 1999 la crescita dell’economia internazionale risulterà modesta. I segnali di graduale miglioramento delle condizioni congiunturali nei paesi emergenti dell’Asia sono infatti bilanciati dalla protratta stagnazione giapponese e dal sensibile rallentamento del lo sviluppo in Europa; come già lo scorso anno, gli Stati Uniti contribuirebbero per quasi la metà all’incremento della domanda mondiale. Torna di attualità la questione della crescita europea. L’economia politica della moneta unica presupponeva che il passaggio da un ambiente di elevati disavanzi pubblici ad uno di bassi tassi di interesse innescasse un meccanismo virtuoso di sviluppo. A tutt’oggi, ditale meccanismo non vi è purtroppo traccia. Si argomenta al riguardo che l’inatteso indebolimento del ciclo europeo debba essere ricondotto all’esplodere della crisi finanziaria internazionale; che dunque esso non possa essere attribuito ad una inefficace impostazione delle politiche economiche, bensì al verificarsi di perturbazioni di natura esogena su cui non è possibile esercitare un controllo ex ante.