Nel varare la recente manovra correttiva di bilancio da 15.500 miliardi, il governo ha annunciato l’apertura di un confronto con le forze politiche e le parti sociali circa le linee guida di un ridisegno del sistema italiano di welffare. Dall’individuazione delle direttrici per questo riassetto di prospettiva del sistema si attendono indicazioni anche riguardo a possibili risparmi di spesa da realizzare in tempi ravvicinati e quindi da inserire nell’ambito della manovra di bilancio per il 1998, che dovrà stabilizzare al 3 per cento il rapporto tra indebitamento netto e Pii in linea con i parametri di Maastricht.
Da più parti si era auspicato che già la manovra di marzo incorporasse alcuni primi provvedimenti in questa direzione: i veti incrociati e l’accelerazione nei tempi di definizione della manovra non lo hanno consentito. È essenziale, come si è argomentato nel Rapporto Cer 1/97, che il prossimo Documento di programmazione economico-finanziaria (Dpef) indichi con chiarezza le direzioni in cui l’esecutivo in tende agire e che la finanziaria per il 1998 cominci a tradurle in pratica. In caso contrario il rischio è quello di una perdita di credibilità che vanificherebbe i rilevanti risultati raggiunti dal governo nel risanamento della finanza pubblica.