Rapporto CER 2/2022

Considerate le difficilissime condizioni internazionali e le montanti tensioni inflazionistiche, l’andamento dell’economia italiana nella prima metà del 2022 può essere ritenuto brillante. I dati ISTAT certificano una crescita tendenziale del Pil del 5,4% (5,2% nel precedente semestre) e il ritorno sui livelli di attività pre-pandemici. Molto vivace è stata anche la dinamica dell’occupazione dipendente, risultata superiore dell’1,1% rispetto al primo semestre 2019, con un incremento dello 0,7% anche per la componente permanente (2,9% per i temporanei). Il recupero dell’occupazione resta incompleto per i soli lavoratori indipendenti, in flessione del 6% nel confronto con la situazione precedente la pandemia.
La tenuta del ciclo reale si colloca in un contesto di forte accelerazione dei prezzi al consumo, con l’inflazione salita fino all’8% e pari al 6,3% nella media del semestre. Dal lato della produzione, l’aumento dei prezzi è del 34,4%, segnalando come la trasmissione a valle degli impulsi inflazionistici derivante dal quadro internazionale sia lungi dall’essere completata. L’impennata dei prezzi internazionali, in particolare dei beni energetici, ha determinato lo scivolamento del saldo commerciale, che nella prima parte dell’anno ha cumulato un disavanzo di circa 13 miliardi di euro, a fronte di un surplus di 28 miliardi nei primi sei mesi del 2021.
Crescita e inflazione hanno sostenuto il saldo di bilancio pubblico e nella Relazione al Parlamento dello scorso 26 luglio il Ministro dell’economia ha annunciato un disavanzo inferiore di 14,3 miliardi sul valore programmatico. Una disponibilità che sarà utilizzata per rafforzare le misure fiscali volte a difendere il potere d’acquisto delle famiglie e a limitare il trasferimento a valle dei maggiori costi dell’energia.