Nel 2003 la politica monetaria, a livello internazionale, ha mantenuto l’elevato grado di espansione raggiunto alla fine del 2002. I tassi di interesse ufficiali si sono stabilizzati su livelli minimi storici: a un livello prossimo a zero quelli giapponesi, intorno all’1 per cento quelli americani. Nel caso degli Stati Uniti, in particolare, l’indice delle condizioni monetarie risulta ulteriormente allentato rispetto al 2002: alle spinte espansionistiche legate al livello dei tassi di interesse si sono aggiunte quelle connesse all’evoluzione del tasso di cambio. Nel 2003, infatti, è proseguita la fase di deprezzamento del dollaro rispetto allo yen e, soprattutto, all’euro, avviatasi nel 2002. Il deprezzamento della valuta americana verificatosi negli ultimi due anni è di poco inferiore per intensità a quello verificatosi all’indomani del 1985. Nel Rapporto ci si interroga sulle determinanti dell’indebolimento del dollaro e dell’andamento di tale processo. I risultati di un esercizio econometrico permettono di affermare che il cambio euro/dollaro nel periodo compreso tra il 2000 e il 2003 ha rispecchiato pienamente i fondamentali delle economie sottostanti. Per contro vi sarebbe stato un overshooting del cambio dell’euro rispetto alla valuta americana nel periodo antecedente il 2000. In tale periodo la valuta europea avrebbe goduto di una fiducia particolarmente elevata, in larga misura connessa alla fase di convergenza ai parametri di Maastricht dei paesi aderenti all’Ume. In prospettiva, l’elevato disavanzo estero americano potrà essere riassorbito solo se proseguirà il deprezzamento del dollaro.