E’ molto favorevole la previsione contenuta in questo primo rapporto del 2000. Invero, solo un’improvvisa accelerazione dell’inflazione sembra poter ostacolare l’avvio di un ciclo di crescita che, per la prima volta da molti anni, ha elevate probabilità di consolidarsi nel tempo. Secondo le valutazioni presentate nel rapporto, l’incremento del prodotto toccherebbe quest’anno il 2,5 per cento, per salire al 2,8 per cento nel 2003, alla fine del periodo di previsione. Gli obiettivi di crescita indicati nel recente vertice di Lisbona (3 per cento) sarebbero quindi avvicinati, ancor prima di adottare le strategie sulle quali i paesi europei hanno trovato una prima intesa.
Le favorevoli condizioni in cui viene finalmente a trovarsi la nostra economia possono ben essere evidenziate ricorrendo ad alcuni confronti storici. Nella nostra previsione, il saggio di sviluppo rimane costantemente superiore all’inflazione (2,1 per cento nel 2000 e 1,5 per cento nel triennio successivo): una tendenza virtuosa che riporterebbe agli anni Sessanta. Con riferimento al passato più recente, per trovare risultati di crescita pari a quelli da noi previsti occorre ritornare al 1994-95, quando però un sostegno formidabile, e soprattutto occasionale, venne dalla svalutazione del tasso di cambio. A differenza di allora, il principale con tributo all’espansione è oggi atteso discendere dalla domanda interna (quasi 2,5 punti in media nel periodo di previsione), mentre il settore estero non aggiungerebbe che pochi decimi di punto alla crescita. In quest’ambito, si rileva comunque il recupero delle esportazioni, il cui incremento (6,3 per cento nella media del periodo) è ora atteso superare lievemente quello delle importazioni (5,8 per cento), invertendo il segno del contributo netto alla crescita (-1 per cento in media nel biennio 1998-99).