
A conclusione di una vera e propria maratona negoziale, il Consiglio europeo ha dato il via al programma Next Generation UE. Il passaggio può rivelarsi di enorme rilevanza per la costruzione comune europea, dal momento che segna una netta discontinuità nella gestione della politica di bilancio comune. Se fino a oggi la fantasia istituzionale si era esercitata prevalentemente sul sistema di regole con cui disciplinare il comportamento dei paesi membri, oggi, per la prima volta, è stato trovato l’accordo su un programma di sviluppo che fa leva sull’emissione di debito comune. C’è probabilmente esagerazione nel commento di quanti leggono nelle caratteristiche del nuovo programma il “momento Hamilton” dell’Europa, ma la sterzata impressa a orientamenti che ancora all’inizio del corrente anno sembravano inscalfibili è indubitabile. In prospettiva storica, non si può non rilevare il diverso impatto dell’asse franco-tedesco, che innescò la recessione del debito sovrano nel famigerato vertice di Deauville, per portare oggi l’Europa su un sentiero evolutivo mai condiviso in precedenza. Allo stesso tempo, non vanno sottovalutati i molti ostacoli e rischi che emergeranno nel percorso attuativo del Programma e che potrebbero consegnarci un risultato anche molto inferiore alle attese. Questi aspetti vengono analizzati nel presente Rapporto, che si interroga sulla possibile evoluzione futura del modello europeo.