Il rosa continua a essere il colore più adatto per descrivere il quadro prospettico dell’operatività bancaria in Italia. Quadro che si compone di un continuo incremento dei volumi intermediati, su ritmi più che soddisfacenti non solo rispetto alla dinamica dell’economia italiana ma anche rispetto al confronto internazionale, e di una crescente capacità di trarre reddito dalla propria attività. In questo quadro molte ansie sono superate o almeno attenuate, in particolare sembra superato, almeno nell’arco previsivo, il problema del rischio bancario, mentre la buona crescita prevista per i ricavi da servizi sembra indicare che si è aperta una nuova opportunità per il sistema bancario italiano, che, forse, non andrebbe sprecata. Prima di procedere va specificato che l’attuale quadro previsivo non tiene conto dei probabili effetti «scalino» dovuti all’applicazione dei nuovi criteri contabili IAS; da prime indicazioni tali effetti dovrebbero essere piuttosto rilevanti in direzione di un forte, ma solo apparente, incremento della redditività bancaria. Intanto un po’ di rosa va a colorare anche il quadro congiunturale dell’economia italiana. Il 2006 rischia di chiudersi meglio del previsto e, a parte il singulto del 2007, gli anni successivi dovrebbero mantenere ritmi di sviluppo prossimi all’1,5 per cento, valore di poco superiore al potenziale dell’economia italiana. Il settore estero dovrebbe rappresentare il traino di questo nuovo momento italiano, mentre le componenti interne dovrebbero rimanere in una posizione di stand-by. La crescita dei prezzi si manterrebbe all’interno delle oscillazioni consentite, risentendo positivamente della diminuzione dei prezzi del petrolio, e il mercato del lavoro continuerebbe a registrare continue diminuzione del tasso di disoccupazione, anche se in questo caso risulterebbe incidere più il peso della demografia che della crescita. Infine, grazie alla recente finanziaria, la finanza pubblica interromperebbe il processo di deterioramento degli ultimi anni per tornare a convergere verso i limiti europei: in particolare la crescita del debito pubblico si arresterebbe già nel 2007 con un percorso di discesa continuo nei tre anni della previsione.