Questa previsione presenta molte conferme, purtroppo conferme negative. Il quadro dell’economia reale risulta in ripresa ma la crescita non supererà l’1,5 per cento nel nostro orizzonte previsivo: questa è una conferma della strutturale incapacità di crescita del sistema economico italiano. A fronte di questa crescita frenata sempre più tonica appare la crescita degli aggregati creditizi sia che si guardi all’attività di impiego che a quella di raccolta: in ciò si confermano sia la crescente consuetudine con il debito da parte delle famiglie italiane, sia la mancanza di soggetti e di attività competitive rispetto alla realtà bancaria. Infine le prospettive di redditività appaiono decisamente positive se misurate a livello del Roe, scadenti se non preoccupanti se ci si ferma all’analisi del risultato di gestione e quindi del cost-income ratio; tale risultato in contrasto con la dinamica dell’intermediazione creditizia è dovuto alle incertezze e alle difficoltà che le banche incontrano, e dovrebbero incontrare, nel trarre reddito dall’attività di servizio: è anche questa è una conferma. Uno sprint buono negli ultimi sei mesi dovrebbe permettere di chiudere quest’anno con una crescita decimalmente positiva. Negli anni successivi il consolidamento della crescita dovrebbe portare a crescere a tassi prossimi all’1,5 per cento: può sembrare un risultato deludente, dopo tanta attesa, ma si consideri da un lato che questo è l’attuale livello stimato di crescita potenziale dell’economia italiana e dall’altra che vi sono ampi margini di rischio che tale previsione non venga raggiunta. Stante gli ormai strutturali problemi di competitività del nostro sistema produttivo, questa volta i rischi vengono individuati dalle sempre più precarie condizioni della finanza pubblica, a cui la recente finanziaria non sembra fornire alcun tipo di soluzione, e che vengono simboleggiate in una previsione di continua crescita del rapporto debito/Pil; questa non è mai una buona notizia, meno che mai se si verifica in un periodo in cui i tassi di interesse sono previsti in crescita, anche se contenuta.