Rapporto Banche 2/2002

Le crisi che i mercati azionari hanno attraversato negli ultimi 3 anni, hanno inciso profondamente, sia in modo diretto che indiretto, sulla congiuntura e sulle prospettive di sviluppo e redditività del sistema bancario italiano. Gli effetti indiretti derivano principalmente dagli influssi della variabilità delle quotazioni azionarie sull’attività produttiva, e quindi sulla domanda di impieghi e sulla rischiosità degli stessi, sulla ripartizione del portafoglio finanziario delle famiglie italiane, e quindi sulla domanda di strumenti di risparmio bancari, sul livello dei tassi di mercato monetario e finanziario, e quindi sui prezzi bancari. Gli effetti diretti riguardano ovviamente la crescita, attuale e prospettica, di tutte quelle categorie di ricavi da servizi direttamente legati alle vicende dei mercati finanziari. Riguardo gli effetti sul ciclo produttivo, è innegabile che la caduta degli indici azionari ha avuto un ruolo rilevante, sia come causa che come fattore concomitante, nel determinare da un lato un’accentuata flessione della crescita negli Stati Uniti, e di conseguenza del commercio internazionale, e dall’altro nel rendere sempre più incerte le aspettative degli operatori su una pronta ripresa dell’attività produttiva. Da tutto ciò ne è risultata una situazione e un’atmosfera di stagnazione, che dall’epicentro americano si è trasferita anche ai paesi europei, e che di certo non ha favorito l’attività di investimento deprimendo di conseguenza la domanda di credito bancario, anche in presenza di un costo del denaro ai livelli minimi storici.