Nel terzo trimestre dell’anno è proseguita la fase di forte crescita degli impieghi: a settembre il tasso di incremento di questa posta dell’attivo bancario era del 13,5 per cento, oltre 4 punti percentuali superiore ai valori della fine dell’anno scorso. La dinamica dei prestiti è stata in Italia superiore a quella registrata nell’area dell’euro: nel corso dell’anno anzi il divario di crescita degli impieghi tra queste due aree è andato ampliandosi.
La più sostenuta dinamica dei prestiti in Italia relativamente all’area dell’euro è dovuta a diversi fattori: a) dal confronto tra il livello dell’indebitamento delle famiglie italiane con quello medio europeo risulta evidente come la quota dei prestiti a questo settore sia significativamente più bassa nel nostro paese; b) i margini di profitto delle imprese a seguito dell’aumento del prezzo del petrolio tendono a ridursi, costringendo le imprese a soddisfare il proprio fabbisogno finanziario con un maggiore indebitamento; c) l’entrata dell’Italia nell’euro ha avuto come effetto principale una riduzione significativa e strutturale dei tassi di interesse reali e del costo del credito in termini reali.