Il quadro prospettico dell’attività bancaria incomincia a tingersi di rosa, su uno sfondo di grigio che è il colore dominante per le vicende dell’economia italiana. Se già da molto tempo avevamo considerato positivamente l’evoluzione degli aggregati creditizi, in questa previsione rivediamo verso l’alto le nostre stime sulla redditività bancaria anche sotto la spinta dei buoni andamenti registrati nel 2005 dalle banche italiane, soprattutto per quel che riguarda la ripresa dei ricavi da servizi, voce che aveva mostrato più di un problema negli anni scorsi. Nonostante i timidi segnali di ripresa registrati negli ultimi trimestri, le previsioni per l’economia italiana mantengono quel tono di grigio che le ha caratterizzate nell’ultimo quinquennio: nella media del prossimo triennio la crescita del prodotto dovrebbe mantenersi intorno all’1,3 per cento, decisamente meglio di quanto fatto negli ultimi anni, decisamente poco anche se confrontate con le performance attese della media dei paesi europei. Come già segnalato nel rapporto precedente, stante il problema centrale della scarsa competitività dei nostri prodotti sui mercati internazionali, nuovi rischi vengono dal deteriorato quadro di finanza pubblica che, in assenza di interventi, dovrebbe presentare disavanzi sempre superiori al già precario dato del 2004 ed una dinamica sempre crescente del debito in rapporto al Pil: a fine 2008 l’incidenza del debito dovrebbe salire fino al 112 per cento, annullando gli sforzi di contenimento degli ultimi 8 anni. La sempre più pressante attenzione con cui tali evoluzioni vengono seguite dalle istituzioni europee e di mercato, come le agenzie di rating, da un lato evidenziano la delicatezza della situazione delle nostre finanze pubbliche, dall’altro rendono evidente come il riavvio del processo di risanamento dei conti dello Stato non sia più rinviabile.