Rapporto Banche 1/2003

Le prime risultanze sul 2002 e le indicazioni contenute in questo rapporto di previsione confermano il cambiamento di «sentimento» sulle prospettive di sviluppo, in particolar modo per quel che riguarda la redditività, del sistema bancario italiano, adeguandosi in tal modo alle deludenti prospettive di sviluppo dell’intera economia italiana. Sotto la doppia pressione di un mercato finanziario che non accenna né a riprendersi né a stabilizzarsi e di una congiuntura interna in cui le debolezze del momento tendono ad esaltare le debolezze strutturali del sistema produttivo italiano, gli utili delle banche dovrebbero tornare a convergere verso i non esaltanti valori del periodo precedente la rivoluzione dei ricavi da servizi. Sebbene le condizioni di stabilità del sistema nel suo complesso non siano paragonabili alle situazioni di difficoltà di quegli anni, in alcuni segmenti del sistema si sono già verificate e, a politiche invariate, tenderanno a verificarsi sempre più situazioni di difficoltà aziendale. Per meglio capire la genesi di tali situazioni e le tendenze in atto, nel capitolo di approfondimento del Rapporto si analizza, sulla base di dati individuali di un panel di banche, la dinamica della redditività del sistema bancario italiano nel quadriennio 1998-2001, con qualche anticipazione sui risultati del 2002. Lo scopo di tale capitolo è quello di dar conto dell’esistenza e delle ragioni del forte incremento di variabilità registrato tra i risultati reddituali all’interno del sistema bancari l’analisi svolta sembra mostrare che, soprattutto nel triennio d’oro 1998-2000, si sia creato un gruppo di testa in grado di crescere e di resistere meglio del resto del sistema. Negli ultimi due anni, sembra però essersi «consolidato» anche un gruppo di coda, a cui deve essere attribuita la caduta del livello medio di redditività del sistema. In particolare e con l’ovvia scusante della generalità, sembra che tale gruppo «sofferente» sia formato da due tipologie principali di banche: da un lato banche che avevano «utilizzato» il boom di redditività generale del sistema per nascon-dere o ritardare l’avvio di soluzioni di antichi deficit strategici o gestionali dall’altro banche che avevano sin troppo entusiasticamente aderito alla nuova filosofia di banca-servizio, esponendo di conseguenza i propri bilanci e il proprio patrimonio ai rilevanti swing del mercato finanziario. Per la precisione sembra che sia proprio questa seconda tipologia di banca, e di conseguenza la mancata o poco adeguata considerazione dei rischi legati alle oscillazioni del mercato finanziario, ad aver creato i casi più eclatanti di difficoltà aziendale.