Rapporto Banche 1/2002

I risultati del 2001 segnano una correzione di rotta, se non una prima inversione, delle tendenze fin qui emerse riguardo l’operatività bancaria. In effetti, negli ultimi anni il ciclo di continua crescita dell’attività di servizio, trainato dal successo del risparmio gestito, non aveva solo determinato una forte crescita della redditività bancaria, ma sembrava aver mutato radicalmente il modo di far banca, individuando in un’ulteriore forte espansione dell’operatività relativa il mezzo e il parametro di riferimento con cui misurare il successo e lo sviluppo del settore bancario. I pessimi risultati del risparmio gestito degli ultimi due anni sembrano aver riequilibrato in qualche modo la situazione: per quanto riguarda i conti economici, il margine di interesse ha ripreso vigore e migliorato la propria posizione relativa rispetto ai ricavi da servizi; per quanto riguarda le strategie aziendali, probabilmente anche sotto la spinta delle vicende societarie di quegli istituti che più di altri si erano caratterizzati per lo sviluppo del nuovo modo di fare banca, si è in qualche modo riscoperto che sono più di una le leve utili a incrementare i ricavi e su cui misurare, di conseguenza, il successo aziendale. Tale cambiamento di umore, oltre che dalle disgrazie dei mercati finanziari è stato sicuramente favorito dalle favorevoli condizioni di domanda che hanno riguardato, negli ultimi anni, le tradizionali attività di intermediazione dei depositi e degli impieghi. Riguardo quest’ultimo mercato, le banche hanno fronteggiato e favorito la crescita della domanda di debito da parte delle famiglie consumatrici: anche nel 2001 e nei primi mesi del 2002, tonica è rimasta la domanda di mutui, in forte crescita quella di credito al consumo. Nei prossimi anni, secondo le nostre previsioni, tale mercato continuerà a espandersi più di altri, anche in ragione della forte distanza che separa, per quel che riguarda l’incidenza di tale forma di indebitamento, la situazione italiana da quella attualmente esistente nella media di Eurolandia. Più stabile dovrebbe risultare, invece, il peso del credito alle imprese che, dopo la forte crescita dell’ultimo anno legata anche alle numerose operazioni societarie di M&A, rifletterà principalmente l’andamento del ciclo economico.