Al già pieno carniere fiscale del ddl stabilità 2013 si è aggiunto, con un emendamento approvato “quasi all’unanimità” dalla Commissione Lavoro della Camera, un contributo di solidarietà a carico dei contribuenti “ricchi”, in misura pari al 3% del reddito eccedente i 150 mila euro, destinato alla salvaguardia dei lavoratori “esodati”.
Se la finalità è nobile, il modo di perseguirla solleva almeno quattro ordini di perplessità.