I dati di gennaio 2016 del sistema bancario italiano mostrano ancora una volta una situazione incerta. È indubbio che lo scenario sia migliorato rispetto ai mesi peggiori della crisi, ma non si intravede ancora un progresso diffuso e costante di tutti gli indicatori.
Per quel che riguarda gli impieghi, i dati di gennaio sono in lieve peggioramento rispetto al mese precedente. Rimane in territorio negativo la variazione complessiva del credito all’economia reale, a causa di una contrazione ancora evidente degli impieghi alle imprese, vicina al -4 per cento.
Per quel che riguarda le sofferenze lorde, nel mese di dicembre si sono registrati miglioramenti nelle variazioni su base annua, ma peggioramenti nelle variazioni trimestrali. Lo stock è arrivato a 202 miliardi.
La raccolta bancaria continua a contrarsi, negativamente condizionata dalla perdurante contrazione delle obbligazioni e dal ridimensionamento dei depositi a durata prestabilita. Rimane positivo l’andamento dei depositi in conto corrente.
La liquidità attinta dalle banche presso la Banca d’Italia è cresciuta di 0,5 miliardi tra gennaio e febbraio 2016. L’ammontare delle MRO è cresciuto di 1,2 miliardi, mentre le LTRO sono calate di 1,1 miliardi. Da segnalare è il ricorso da parte di qualche istituto alle operazioni di rifinanziamento marginale per 367 milioni di euro. A febbraio, quindi, una o più banche hanno avuto problemi nella gestione della liquidità, aspetto preoccupante considerando la gran quantità di moneta in circolazione e le aste della Bce ad ammontare illimitato.
Per quel che riguarda i tassi di interesse, il mese di gennaio ha mostrato una riduzione dei tassi sulla raccolta e una crescita dei tassi sugli impieghi. Ad eccezione del tasso sull’emissione di obbligazioni, tutti i valori sono inferiori rispetto a gennaio 2015.
Infine, a gennaio 2016 la raccolta dei fondi comuni aperti è stata positiva (+1,2 miliardi), ma il dato è stato peggiore rispetto ai tre anni precedenti.