Rapporto Banche 2/2024

Con un’inflazione ormai prossima al rientro nell’obiettivo statuario del 2%, la BCE ha avviato un processo di graduale riduzione die tassi di interesse e di conseguente allentamento della stance di politica monetaria. Questa direzione di marcia è suggerita anche da una fase economica particolarmente fiacca, con l’economia tedesca in forte affanno e con la banca centrale che vuole evitare di collocare la manovra monetaria su un sentiero pro-ciclico. Riteniamo che la riduzione dei tassi continuerà pertanto nel corso del 2025 fino a portare il tasso di policy ad un livello intorno al 2%, in linea con quel tasso neutrale da poco individuato nella fascia 1,75-2,25%.
La BCE negli ultimi mesi è apparsa più decisa nell’allentamento rispetto alla Federal Reserve, frenata da una inflazione più resistente e da un ciclo economico più robusto di quello europeo. Da inizio anno, la manovra monetaria negli Stati Uniti è inoltre condizionata dall’incertezza generata dalle decisioni della nuova amministrazione e dal potenziale rischio di una guerra commerciale per la stabilità dei prezzi. La Fed potrebbe ritrovarsi esposta a pressioni politiche in tema di riduzione dei tassi di interesse, ma per il momento il principio della sua indipendenza resta solido.
I tassi reali rimangono positivi negli Stati Uniti (mentre nell’Area euro sono quasi azzerati. Per le imprese e le famiglie questo è un segnale positivo, che potrebbe incidere positivamente sulla domanda di credito, favorendo i consumi e, più in generale, il ciclo economico. Questa fase di allentamento si sta trasmettendo abbastanza rapidamente ai tassi bancari e proprio nel corso del 2025 si percepirà l’impatto positivo di questa nuova impostazione della politica monetaria.